DL Energia e Legge di Bilancio 2024: l’opinione di chi opera nel campo delle fonti rinnovabili
Sul Decreto Legge Energia e sulla futura Legge di Bilancio sono intervenute le principali associazioni del settore rinnovabili che hanno espresso il loro parere su provvedimenti a forte impatto sul settore.
La posizione di Elettricità Futura: elementi positivi e criticità
Elettricità Futura, contattata da InfobuildEnergia, ha voluto esprimere il proprio parere sul DL Energia e sulla Legge di Bilancio.
«Diamo complessivamente un giudizio positivo del Decreto Sicurezza Energetica (o DL Energia) – ha affermato Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura –. L’Art. 1 del Decreto è dedicato alla promozione dell’autoproduzione da rinnovabili per le imprese energivore a rischio delocalizzazione, e prevede un ordine di priorità per la realizzazione di impianti fotovoltaici e eolici a favore delle imprese energivore, nei casi di istanze concorrenti per la concessione di superfici, fino al 31 dicembre 2030».
La misura – ha ricordato – si applica ad impianti con potenza minima di 1 MW anche realizzati da soggetti terzi che stipulino con l’impresa contratti di approvvigionamento a termine. Nelle more della realizzazione dell’impianto le imprese energivore hanno facoltà di richiedere al GSE l’anticipazione, per un periodo di 36 mesi, di una quota parte delle quantità di energia elettrica rinnovabile, e delle relative garanzie di origine.
«È una misura positiva che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la maggior competitività economica, oltre che ambientale, delle energie rinnovabili. Riteniamo sia positivo, inoltre, che il testo finale del Decreto preveda che gli impianti possano essere realizzati da soggetti terzi perché apre opportunità di crescita anche per le imprese energetiche e per lo sviluppo dei PPA».
Tra le misure contenute nel Decreto Sicurezza Energetica, c’è l’istituzione di un fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale le cui risorse dovrebbero incentivare le regioni e le province ad ospitare gli impianti rinnovabili. La misura prevede che i produttori di energia rinnovabile con impianti di potenza superiore a 20 kW saranno tenuti a versare un contributo di 10 €/kW per tre anni a partire dal 1° gennaio 2024.
Elettricità Futura sta interloquendo con il MASE e il GSE per comprendere come sarà gestito il fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale e se queste risorse versate dalle imprese possano effettivamente trasformarsi in un incentivo per le Regioni e le Province ad ospitare i nuovi progetti rinnovabili.
«Certamente questa misura rappresenta un ulteriore aggravio economico per le imprese, già messe in difficoltà da una serie di fattori: sono aumentate le spese per la logistica, è salito il costo delle materie prime, il costo del denaro è triplicato. A peggiorare la situazione continuano le lungaggini autorizzative. A fronte di questo quadro, lo scotto di un ulteriore contributo pagato dalle imprese dovrebbe essere legato, come la ratio della previsione sembrerebbe suggerire, a un efficientamento dei procedimenti autorizzativi a partire dal rispetto da parte delle Regioni delle tempistiche fissate per la conclusione dei medesimi, unica garanzia questa per poter costruire gli impianti che servono al Paese per aumentare la sicurezza e l’indipendenza nazionale», ha sottolineato Re Rebaudengo.
DL Energia e sulla Legge di Bilancio 2024: i punti oscuri rilevati da ANIE Rinnovabili
Su DL Energia e sulla Legge di Bilancio 2024 si è espresso già a fine novembre ANIE Rinnovabili.
A tale proposito il presidente Alberto Pinori ANIE Rinnovabili ha affermato:
«Il termine compensazione ha senso nel settore dell’oil&gas, per attenuare l’impatto ambientale che questi impianti hanno sull’ambiente. Si tratta di un erroneo retaggio del passato che mal si coniuga con le fonti rinnovabili, necessarie per contrastare i cambiamenti climatici e quindi, esse stesse, opere di compensazione per il riequilibrio ambientale e territoriale. Mentre invece avrà un impatto negativo sulla sostenibilità finanziaria degli impianti FER e non si comprende il motivo per cui questo contributo di 10 euro per kW non debba essere versato, a maggior ragione, dagli impianti non FER».
Secondo ANIE, questo aspetto impatterà sugli impianti che beneficiano delle detrazioni fiscali, sugli impianti dei DM Comunità energetiche, FER X e FER 2, sugli impianti in autoconsumo per la manifattura italiana, sugli impianti utility scale merchant e sui contratti PPA.
Per quanto riguarda la posizione di ANIE Rinnovabili sulla Legge di Bilancio, l’Associazione ha messo in evidenza la tassazione dei contratti di diritto di superficie di durata ventennale utilizzati nel settore delle fonti rinnovabili e necessari per affittare le aree destinate agli impianti riguardanti fonti rinnovabili.
ANEV: “Governo sulla carta poco convinto a sostenere le rinnovabili”
Anche l’Associazione nazionale energia del vento, che rappresenta il riferimento degli operatori nazionali sull’energia eolica ha formulato la sua opinione su DL Energia e sulla Legge di Bilancio 2024. Le sue dichiarazioni riportate in nota non lasciano dubbi sul parere verso i contenuti dei due provvedimenti:
“Sebbene il nostro Esecutivo dichiari di voler intraprendere un approccio inclusivo e di sostegno nei confronti delle fonti rinnovabili, strumento imprescindibile per il raggiungimento dei nostri obiettivi di decarbonizzazione e salvaguardia climatica, sulla carta non sembra poi così convinto, in conflitto peraltro con quanto richiede la stessa maggioranza fra i banchi del Parlamento”.
A proposito del DL Energia, la considerazione fatta all’indomani dell’approvazione del testo mette in evidenza che esso istituisce un fondo per Regioni e Province Autonome con 350 milioni l’anno fino al 2032 per spingere la realizzazione di impianti rinnovabili in aree idonee, finanziato in parte dagli stessi operatori del settore, “non considerando il rischio di un arresto degli investimenti causato dall’eccessivo carico di costi per la realizzazione degli impianti”.
Inoltre – prosegue ANEV – nella Legge di Bilancio 2024 il Governo ha introdotto una norma all’art.23 comma 5 che, modificando il Testo Unico delle imposte sui redditi, potrebbe avere un forte impatto sullo sviluppo di impianti rinnovabili. “Sembrerebbe infatti applicare una sorta di “patrimoniale” sulle rinnovabili prevedendo che i proprietari di terreni che cedono in affitto l’uso della superficie per l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici paghino le tasse su quel reddito.
Ci chiediamo dunque, alla luce delle tante dichiarazioni in favore delle rinnovabili come si inquadrino nel disegno politico del Governo queste disposizioni contradditorie e che rischiano di bloccare nuovamente lo sviluppo delle FER”.
L’auspicio di AIEL sulla Legge di Bilancio: si mantenga Iva al 10% sul pellet
AIEL – Associazione italiana energie agroforestali si è espressa su un aspetto specifico che rientra nella Legge di Bilancio: la possibilità di mantenere l’Iva al 10% sul pellet.
Su questo aspetto «abbiamo riscontrato un forte interesse politico, che ci auguriamo possa essere confermato anche in fase di discussione del maxi-emendamento governativo alla prossima Legge di Bilancio preannunciato nei giorni scorsi dal Ministro Giorgetti», ha affermato Annalisa Paniz, direttrice generale di AIEL a seguito delle numerose interlocuzioni con rappresentanti del governo e del parlamento avvenute nelle scorse settimane.
Un ulteriore segnale che conferma l’attenzione dell’Esecutivo sulla possibilità di prorogare la misura – ricorda la stessa Associazione – è la recente approvazione di un ordine del giorno al Dl Tutela Risparmio che impegna il Governo ad estendere i benefici del GPL in termini di IVA al 5% anche al pellet. L’ordine del giorno è stato accolto con parere favorevole da parte del Governo.
«Sono segnali incoraggianti, anche se dobbiamo tener conto – continua Paniz – che la Manovra di quest’anno si scontra con una condizione economica e di mercato difficile e una generale assenza di coperture che impone al Governo scelte estremamente selettive. Proprio per questo è necessario allargare il ventaglio delle forze politiche che supporteranno gli emendamenti, anche in considerazione del fatto che la maggioranza, su richiesta dell’Esecutivo, non ha presentato alcun emendamento alla manovra finanziaria».
Articolo tratto liberamente da InfobuildEnergia
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