Caricamento in corso

Nucleare in tandem con le rinnovabili, Il Bundestag dice no.

nucleare con rinnovabili

Nucleare in tandem con le rinnovabili, Il Bundestag dice no.

Un recente rapporto scientifico commissionato dal Bundestag tedesco mette in discussione la possibilità che le future centrali a fusione nucleare possano integrare efficacemente la produzione di energia rinnovabile.

Secondo lo studio condotto dall’Ufficio di Valutazione Tecnologica del Parlamento (TAB), la fusione nucleare, per ragioni tecniche ed economiche, non sarà in grado di bilanciare la variabilità della produzione eolica e fotovoltaica. Questo pone un serio interrogativo sul ruolo della fusione nell’orizzonte energetico europeo del futuro.

Una tecnologia affascinante, ma ancora lontana

La fusione nucleare rappresenta il sogno di un’energia inesauribile e pulita, sfruttando il processo che alimenta il Sole. A differenza della fissione nucleare, non presenta rischi di reazioni a catena incontrollabili e genera scorie radioattive in quantità molto minore. Tuttavia, secondo il rapporto del Bundestag, questa tecnologia non sarà disponibile su scala industriale prima del 2045, un termine troppo lontano per contribuire alla decarbonizzazione prevista per la metà del secolo.

Il documento sottolinea che le centrali a fusione dovranno funzionare in modo continuo per garantire la sostenibilità economica, rendendole inadatte a compensare le fluttuazioni della produzione eolica e solare. “Per equilibrare la variabilità delle rinnovabili, servono impianti capaci di modulare rapidamente la produzione e con bassi costi d’investimento, caratteristiche che la fusione nucleare non potrà offrire nel prossimo futuro”, afferma il rapporto.

Il dibattito politico e il ruolo della fusione

In Germania, la fusione nucleare potrebbe diventare un tema centrale nel dibattito politico. Il partito conservatore CDU/CSU e i liberali della FDP sostengono la tecnologia nei loro programmi elettorali, considerandola una possibile chiave per l’indipendenza energetica del Paese. L’ex ministra della ricerca, Bettina Stark-Watzinger (FDP), ha definito la fusione nucleare “una grande opportunità per risolvere i nostri problemi energetici”, investendo in nuovi programmi di ricerca nel 2023. Tuttavia, i critici ritengono che l’entusiasmo per la fusione sia una distrazione pericolosa dagli investimenti necessari nelle energie rinnovabili e nelle soluzioni di accumulo energetico.

Fusione nucleare e rinnovabili: un binomio difficile?

Se da un lato il rapporto del Bundestag evidenzia i limiti della fusione come supporto alla rete rinnovabile, alcuni esperti contestano questa visione. Sibylle Günter, direttrice scientifica dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma, ritiene che le centrali a fusione potrebbero integrarsi con le rinnovabili, fornendo elettricità quando necessario e producendo idrogeno nei momenti di surplus. Tuttavia, molti altri scienziati concordano sul fatto che la fusione non sarà operativa in tempo utile per contribuire alla transizione energetica dell’UE.

Patrick Jochem, responsabile dell’analisi dei sistemi energetici presso il Centro Aerospaziale Tedesco (DLR), suggerisce che la fusione potrebbe trovare una collocazione migliore in Paesi con una forte presenza di centrali nucleari esistenti, come la Francia. La Germania, invece, ha scelto un percorso basato prevalentemente sulle energie rinnovabili e ha chiuso le sue ultime centrali nucleari nel 2023.

Conclusioni: quale futuro per la fusione?

Il rapporto del Bundestag conferma che la fusione nucleare, pur essendo una tecnologia promettente, non rappresenterà una soluzione per il bilanciamento delle fonti rinnovabili nel medio termine. L’investimento nella ricerca sulla fusione rimane una scelta strategica per il lungo periodo, ma non deve distogliere l’attenzione dalle necessità immediate della transizione energetica. Per il fotovoltaico e l’eolico, la sfida principale resta lo sviluppo di sistemi di accumulo e una rete elettrica più flessibile, piuttosto che la speranza in una tecnologia che potrebbe non essere disponibile prima della seconda metà del secolo.

Share this content:

Commento all'articolo