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Sardegna e FER, lo studio del POLIMI

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Sardegna e FER, lo studio del POLIMI

Obiettivi: determinare il costo sistemico dei vari scenari considerati

​Un recente studio del Politecnico di Milano, in collaborazione con le Università di Cagliari e Padova, intitolato “Analisi di possibili traiettorie per la transizione energetica in Sardegna”, offre una dettagliata valutazione delle strategie per la decarbonizzazione dell’isola, evidenziando il ruolo cruciale delle fonti rinnovabili, in particolare del fotovoltaico.

Contesto e obiettivi dello studio

L’Italia si è impegnata a ridurre le emissioni di CO₂ del 55% rispetto ai livelli del 2005, come delineato nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). La Sardegna, unica regione italiana priva di infrastrutture per il gas metano, presenta una situazione peculiare che richiede soluzioni energetiche specifiche. Lo studio analizza diversi scenari per la transizione energetica dell’isola, valutando il costo sistemico di ciascuna opzione e considerando variabili come la capacità installata, i flussi energetici, gli investimenti necessari e l’impatto ambientale.

Scenari analizzati e risultati

Tra i vari scenari esaminati, quello che prevede una penetrazione del 100% di fonti rinnovabili entro il 2030 risulta particolarmente significativo. In questo scenario, si prevede l’installazione di 7 GW di capacità fotovoltaica e 4 GW di capacità eolica, supportati da 14 GWh di sistemi di accumulo. Questa configurazione consentirebbe una riduzione del 62% delle emissioni di CO₂ e una diminuzione del 39% del prezzo zonale dell’energia elettrica, passando da una media di 108,3 €/MWh nel 2024 a 66,4 €/MWh nel 2030.

Ostacoli normativi e pianificazione della transizione

Nonostante il potenziale evidenziato, la Sardegna ha recentemente adottato normative che limitano lo sviluppo delle energie rinnovabili, classificando il 99% del territorio come non idoneo all’installazione di nuovi impianti. Questa decisione ostacola il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e scoraggia gli investimenti nel settore.

Per superare tali ostacoli e accelerare la transizione energetica, lo studio suggerisce:​

  1. Revisione delle Normative Regionali: Riconsiderare le restrizioni sulle aree idonee, basandosi su valutazioni tecniche e ambientali aggiornate, per identificare zone effettivamente compatibili con l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici.​
  2. Sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): Promuovere la creazione di CER per incentivare la produzione e il consumo locale di energia rinnovabile, coinvolgendo attivamente le comunità locali e riducendo la dipendenza da fonti fossili.​
  3. Investimenti in Sistemi di Accumulo: Implementare tecnologie di accumulo energetico per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili e garantire una fornitura stabile di energia.​
  4. Potenziamento delle Infrastrutture di Rete: Aggiornare e ampliare la rete elettrica per supportare l’integrazione di una maggiore quota di energia rinnovabile, migliorando la resilienza e l’efficienza del sistema.​
  5. Formazione e Aggiornamento Professionale: Offrire programmi di formazione continua per i tecnici del settore, al fine di mantenerli aggiornati sulle ultime innovazioni tecnologiche e sulle best practice nel campo delle energie rinnovabili.​

Sardegna come modello di riferimento potenziale

Lo studio evidenzia come la Sardegna abbia il potenziale per diventare un modello di riferimento nella transizione energetica verso fonti rinnovabili. Affrontare e superare gli attuali ostacoli normativi e infrastrutturali richiede un impegno congiunto tra istituzioni, professionisti del settore e comunità locali. Attraverso una pianificazione attenta e l’adozione di strategie mirate, è possibile realizzare una transizione rapida ed efficiente, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni e allo sviluppo sostenibile dell’isola.

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